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CORRIERE ADRIATICO
Edizione del 17 maggio 2005

 

Una nuova norma per le cave di Monte Sant'Angelo di Arcevia
Ora c'è l'archeologia preventiva

ARCEVIA - Il progetto per le nuove cave nella zona di Monte Sant'Angelo potrebbe essere uno dei primi ai quali verrà applicata la "Valutazione di impatto archeologico". Venerdì scorso, infatti, il ministro per i beni e le attività culturali Rocco Buttiglione ha fatto approvare dal Consiglio dei ministri un decreto legislativo che dà attuazione alle legge delega sulle grandi opere. E' stata introdotta così la Valutazione di impatto archeologico.

"Il nostro è un Paese intensamente abitato da circa 25 secoli - ha spiegato Buttiglione - E' frequente perciò il caso che nello svolgimento di grandi opere si incontrino reperti archeologici. Ci si trova allora in una situazione di grande difficoltà, con interrogativi per nulla marginali: il valore dei reperti legittima i costi di importanti modifiche ai progetti originari? Bisogna piuttosto rinunciare all'opera o rassegnarsi alla distruzione totale o parziale dei reperti?". La risposta è venuta attraverso quella che lo stesso ministro ha definito "archeologia preventiva". In pratica si tratta di analizzare il territorio interessato, dal punto di vista della presenza o meno di aree di interesse archeologico. Una volta compiuto questo accertamento, possono essere adottati gli accorgimenti del caso, con la correzione del progetto in maniera da preservare i reperti presenti. "L'archeologia preventiva - sottolinea ancora il ministro Buttiglione - è assolutamente necessaria per un'adeguata tutela del patrimonio culturale. L'individuazione di reperti prima di aprire i cantieri, infatti, permetterebbe di evitare distruzioni e danni".

Al di là del motivo che ha portato alla introduzione della Valutazione di impatto archeologico, cioè la realizzazione di grandi opere tradali, una norma del genere finirà per essere applicata anche a progetti come le nuove cave a Monte Sant'Angelo. Del resto la tutela dei patrimonio archeologico della zona è sempre stato uno dei pilastri della protesta dei cittadini arceviesi, che da mesi si battono contro le decisioni della Provincia. Qui infatti esiste la necropoli di Montefortino, uno dei luoghi più importanti per ricostruire la presenza dei Galli Senoni, senza dimenticare il fosso delle Conelle, testimonianza della preistoria fatta risalire al terzo secolo avanti Cristo, portata alla luce da Paolo Matthiae, l'archeologo che ha scoperto la città siriana di Ebla.

Questa nuova norma chiama in causa non soltanto la Provincia, ma naturalmente anche il Comune, cui è affidata la gestione del locale museo archeologico e associazioni che si occupano della valorizzazione turistica quale la Pro loco. Per loro un interrogativo in più: dare attuazione al Piano cave così com'è oggi o mettere mano alle modifiche che potrebbero venire dalla Valutazione di impatto archeologico?
VINCENZO OLIVERI