Dal Corriere Adriatico del 18/07/2009
"Sulle cave solo mancate promesse"
Arcevia, il comitato dei residenti attacca la Provincia: gli accordi con il Comune non sono stati rispettati
Arcevia Torna a farsi sentire il Comitato a difesa di Monte Sant'Angelo sulle tanto contestate cave e questa volta l'attacco è diretto alla Provincia: "Con il piano cave l'ente si fa beffe del Comune di Arcevia – scrive il comitato -. Avevamo già previsto la situazione estremamente negativa che si sta creando su Monte S. Angelo a detrimento della sua valenza ambientale e dei suoi numerosi ambiti di tutela. E' finito, a quanto pare, il feeling fra il Comune di Arcevia e la Provincia di Ancona. Sconcerta ora constatare che quelle stesse assicurazioni, non valgono più niente da parte della Provincia. Innanzitutto il Comune chiedeva – e la Provincia acconsentiva – che gli impianti estrattivi non fossero visibili dai centri abitati. Risulta, al contrario, che le aree di cava Ciarmatori saranno visibilissime dai paesi vicini, in particolare dal Castello di Piticchio".
"Risulta, inoltre, che le escavazioni del progetto Cacciani saranno visibilissime dai Castelli di Caudino, Loretello, Palazzo e la sua Piana. Risultava stabilito fin dal Piano regionale che il Monte poteva essere sacrificato soltanto per estrarre materiali pregiati (maiolica e "scaglia rossa"). Dal progetto Ciarmatori risulta invece che si andrà a cavare per la maggior parte detriti e materiali marnosi di poco conto, non classificati dallo stesso Piano regionale pregiati. La stessa cosa, in gran parte, avviene anche nel progetto Cacciani. Questo in barba al Piano Regolatore di Arcevia, adeguato al Piano Paesistico Ambientale Regionale, che prevede su Monte S. Angelo una zona di tutela integrale dove è vietata l'attività estrattiva se non per materiali pregiati. Ed anche in barba all'art. 9 delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Paesistico Ambientale Regionale che pone le stesse limitazioni nelle aree GB (tav. 3) comprendenti tutto Monte S. Angelo".
"Un altro schiaffo ad Arcevia: il suo Prg pone una vasta Zona di Rispetto e di Protezione attorno ai pozzi di Aia Piana, vicino al Castello di Palazzo. In questa zona è vietata l'attività estrattiva. Cava Cacciani ci si trova proprio in mezzo. Un altro schiaffo ad Arcevia: su proposta dei consiglieri Verdi la Provincia aveva stabilito nella Delibera n. 14 del 2005 che il sito di cava doveva essere unico a vantaggio di una maggiore tutela ambientale. Ora ci dicono che quelle decisioni prese dal Consiglio provinciale non valgono niente. Perché? Ci chiediamo – conclude il comitato – cosa farà il neo-sindaco Bomprezzi: subirà passivamente o difenderà il territorio comunale come suo dovere? In campagna elettorale ha promesso di "approvare le cave nel rispetto del paesaggio e delle risorse ambientali". Ora che non lo sono più, manterrà le sue promesse ? Ci permettiamo di ricordargli che le obiezioni al Piano cave sopra riportate sono sostenute proprio dall' Ufficio Tecnico di Arcevia".